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Letteratura Universale

UMBERTO SABA, POETA DELLA REALTA’ QUOTIDIANA – Nel 1957 la scomparsa del poeta triestino –

Il 25 agosto 1957, all’età di 74 anni, moriva a Gorizia il poeta e scrittore Umberto Saba.
Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli, trascorse un’infanzia infelice per la mancanza del padre, separatosi dalla moglie un anno prima della sua nascita.
Fu allevato per tre anni, con molto affetto,  da una balia slovena prima di essere ripreso dalla madre.
Nel 1911 pubblicò la sua prima raccolta di versi, “Poesie”.
Durante la prima guerra mondiale collaborò al quotidiano interventista “Il Popolo d’Italia”, allora diretto da Benito Mussolini.
Nel 1922 pubblicò “Il Canzoniere” e negli anni successivi la critica iniziò a scoprire la sua opera.
Nel 1938, dopo la promulgazione delle leggi razziali da parte del regime fascista,  a causa delle sue origini ebraiche fu costretto ad emigrare in Francia e poi, grazie all’aiuto di Ungaretti, Montale e Primo Levi, a rifugiarsi in diverse località italiane.
Nel 1946 vinse ex aequo con Silvio Micheli il Primo Premio Viareggio per la poesia del dopoguerra.
Nel 1955  per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute si ricoverò in una clinica di Gorizia,  dalla quale uscì solo per assistere al funerale della moglie, ove rimase fino alla morte.
La Poetica di Umberto Saba è caratterizzata dalla descrizione semplice e sincera della realtà quotidiana incentrata su un’indagine senza fronzoli della condizione esistenziale umana.
Tra i temi ricorrenti delle sue opere, la sua città natale, Trieste, il mare e gli aspetti, anche più umili, della vita di tutti i giorni con luoghi, personaggi, animali nonchè affetti personali e familiari.
Non mancarono riferimenti di carattere autobiografico: nel romanzo omoerotico, rimasto incompiuto, “Ernesto“,  descrisse le sue inquietudini adolescenziali con coraggio e maestrìa.